L’adolescenza è annunciata da 2 cambiamenti dello sviluppo fisico:
- Il cambiamento delle dimensioni e della forma del corpo
- Il raggiungimento della pubertà, ovvero il periodo in cui l’individuo raggiunge la maturità sessuale e la capacità di riprodursi.
Ma cosa succede nel cervello?
Il cervello adolescente è ancora immaturo e agisce in modo diverso da quello degli adulti; è molto plastico, si trasforma cioè in risposta all’ambiente. Questo permette agli adolescenti di sviluppare il proprio pensiero, di maturare nella socializzazione ma al tempo stesso li rende particolarmente vulnerabili.
- Pruning
- Mielinizzazione
- Corteccia Prefrontale
- Area Limbica
- Dopamina
A partire dalla preadolescenza fino quasi ai venti anni inizia un processo definito “pruning” o potatura nel quale vengono eliminate le connessioni neuronali poco utilizzate: il cervello è molto sensibile agli stimoli che riceve dall’ambiente e da quanto succede nelle relazioni coi coetanei e con gli adulti. Più i circuiti saranno usati, e quindi attivati, più si rafforzeranno; al contrario meno saranno usati maggiori saranno le probabilità che siano eliminati in questa fase.
Un altro cambiamento è l’aumento della mielinizzazione delle fibre nervose: le fibre vengono ricoperte da una guaina, detta mielina o sostanza bianca, che ha funzioni di isolamento elettrico, miglioramento della velocità di conduzione degli impulsi nervosi e accelerazione dell’elaborazione di informazioni. La mielina è anche coinvolta nella sincronizzazione e interconnessione delle varie parti del cervello, fenomeni questi che rafforzano gli impulsi nervosi. Questo è di importanza fondamentale per l’apprendimento poiché solo i segnali che superano una certa soglia sono rinforzati e consolidati. È così che il nostro cervello impara. La mielinizzazione, che continua fino ai 20 anni circa, potenzia quindi anche le capacità di apprendimento del nostro cervello. Tuttavia, nella corteccia prefrontale questo processo di mielinizzazione arriva a compimento solo verso la fine dell’adolescenza.
La corteccia prefrontale è un’area particolarmente rilevante per quanto riguarda il comportamento poiché si reputa sia sede delle cosiddette “funzioni esecutive” ovvero capacità che ci consentono di pianificare azioni complesse, definire priorità, organizzare i pensieri, controllare gli impulsi e valutare le conseguenze delle nostre azioni.
In sostanza l’ultima parte del cervello a maturare è quella coinvolta in quelle competenze considerate più “mature e razionali” ovvero le capacità di prendere decisioni ponderate e responsabili in particolare in situazioni nuove nelle quali l’utilizzo di comportamenti e abilità di routine non è più sufficiente. Ecco perché quando la corteccia prefrontale non è ancora matura possono presentarsi alcuni dei comportamenti imprevedibili tipici di questa età, come l’incapacità di controllare gli impulsi aggressivi o la difficoltà a regolare le emozioni e a valutare rischi e benefici delle proprie azioni.
L’area più matura e sviluppata del cervello dei preadolescenti è quella legata al sistema limbico: il nucleo operativo nel quale hanno origine le emozioni e il bisogno di gratificazione e ricompensa immediata. Di conseguenza ciò che accade è che le emozioni possono emergere in modo rapido e intenso senza che le funzioni esecutive, ancora in via di sviluppo, riescano a fungere da regolatori. Per questo molti comportamenti ed esperienze di questo periodo sono fortemente orientate verso la ricerca di novità, la sperimentazione della trasgressione e del rischio e l’interazione con gli amici. Queste tre attitudini sono proprio ciò che spesso fa impazzire i genitori, eppure sono proprio tali esperienze che, nella prospettiva evolutiva, preparano alla progressiva indipendenza e a costruire le basi della propria identità adulta.
Cosa accade ancora durante questa fase dello sviluppo?
Si intensifica l’attività di circuiti cerebrali che utilizzano la dopamina (un neurotrasmettitore prodotto dal cervello) e ciò porta i ragazzi ad essere particolarmente attratti da esperienze capaci di dare un senso di euforia e ad agire senza pensare.
È importante quindi che l’adulto aiuti i ragazzi a indirizzare questa energia verso situazioni che riducano il rischio di danni per sé e per gli altri e che li sostenga nell’esplorazione della realtà, valorizzando l’acquisizione di competenze positive. Un attaccamento di tipo sicuro con le figure di riferimento rappresenta un importante fattore protettivo per lo sviluppo di condotte problematiche.
Lo stile educativo improntato sul sostegno e l’apertura al dialogo ma anche sul rispetto delle regole favorisce lo sviluppo dell’autonomia: l’adolescente può esprimere se stesso all’interno di uno spazio protetto.